Redazionali

Smart food per una vita più lunga e attiva

ILSA è impegnata nella ricerca del cibo del futuro: più sicuro, più nutriente, più sostenibile e sano, nell’ambito del progetto 3S_4H promosso dalla rete di imprese Ribes-Nest della Regione Veneto.

14/04/2020

(Arzignano, VI). Si chiama 3S_4H, gioco di parole e numeri, che sta per Safe, Smart, Sustainable Food for Health, il progetto che vede coinvolti diciannove partner, tra cui quattordici aziende, capofila di diversi settori della filiera agroalimentare, tra le quali ILSA, assieme a vari dipartimenti di ricerca delle Università di Padova, Venezia, Verona e il CNR – Centro Nazionale Ricerche, nella ricerca del cibo del futuro.

Lo scopo di questa collaborazione trasversale è di migliorare la qualità dei prodotti agroalimentari, partendo dall’assunto che cibo sano significa una vita più lunga e attiva. Il progetto è stato promosso dalla RIR - Rete Innovativa Regionale RIBES-Nest, riconosciuta dalla Giunta Regionale del Veneto nel 2016, nata per agevolare la crescita e lo sviluppo attraverso l’interazione tra settori tradizionali e quelli emergenti che gravitano intorno all’ecosistema della salute e dell’alimentazione smart.

Nell’ambito del progetto 3S_4H, dedicato a studiare un cibo intelligente per un futuro sostenibile, il tema è stato affrontato da quattro prospettive, corrispondenti ad altrettante linee di ricerca, volte ad analizzare la sicurezza degli alimenti, la loro capacità nutritiva, la sostenibilità dei processi produttivi, fino a verificare come un cibo con caratteristiche nutraceutiche possa avere influenze positive sull’invecchiamento.

Nel progetto, avviato nel 2018 e che si concluderà nel 2021, parzialmente finanziato dalla Regione Veneto, ILSA ha messo in campo il suo centro di ricerca aziendale composto da farmacisti, biotecnologi, ingegneri ed agronomi che stanno lavorando su due linee di ricerca, quelle dello smart food e della sostenibilità. Smart food per ILSA significa lavorare su colture come frumento, albicocco, pomodoro, fragola e vite da vino, per valutare la capacità di nuovi fertilizzanti e biostimolanti di agire sul loro metabolismo primario e secondario e migliorare di conseguenza le caratteristiche nutritive degli alimenti che da esse derivano.

Un risultato particolarmente interessante si è osservato nelle prove condotte su albicocco, con un significativo aumento degli zuccheri e della consistenza delle albicocche, fattori che incrementano significativamente la shelf-life (foto 1) e quindi la commerciabilità nel tempo. Nell’ambito del progetto, si è effettuata anche l’analisi degli aspetti sensoriali della frutta e verdura prodotti, approccio particolarmente innovativo.
Un panel di esperti, invitati all’osservazione e all’assaggio, ha giudicato queste albicocche, provenienti dalle tesi trattate, migliori sia per aspetto, sia per profumi, sia per gusto.
Un altro risultato interessante si è avuto su uva da vino, dove si è riusciti a incrementare la presenza di tannini e polifenoli, molecole ad azione antiossidante, limitando il grado alcolico del vino, aspetto questo estremamente ricercato dai produttori vitivinicoli.

Per quanto riguarda la linea di ricerca sulla sostenibilità, si è indagato nella direzione di una produzione alimentare più “intelligente” dove trovino applicazione le migliori pratiche di recupero dei sottoprodotti dell’industria, soprattutto agroalimentare e la loro valorizzazione.
ILSA ha lavorato su quattro materie prime in base a criteri di disponibilità, standardizzazione ed interesse per i composti fitochimici in esse contenuti. Si sono prodotti estratti e idrolizzati innovativi e sostenibili (foto 2) mediante l’impiego di due tecnologie a basso impatto ambientale, l’idrolisi enzimatica e l’estrazione in CO2 supercritica.
Test preliminari sui nuovi estratti e idrolizzati, eseguiti in serra su lattuga, hanno messo in evidenza l’attività biostimolante di questi prodotti, che si sono dimostrati capaci di aumentare la resistenza della pianta a condizioni di stress idrico, anche severo. Un risultato interessante che si è tradotto nella possibilità di ottenere la stessa resa e qualità, con un significativo risparmio di acqua (foto 3).

Altre caratterizzazioni chimiche approfondite e altri test in vitro, camera climatica, in serra e in pieno campo saranno in corso per tutto il 2020, con l’obiettivo di chiarire come questi composti possono giocare un ruolo chiave nel miglioramento delle caratteristiche qualitative, nutrizionali e di sostenibilità dei prodotti della filiera alimentare, non solo umana ma anche animale.


*RIR RIBES-Nest. La Rete Innovativa Regionale riconosciuta dalla Giunta Regionale del Veneto con dgr 1697 del 2016, nasce per agevolare la crescita e lo sviluppo attraverso l’interazione tra settori tradizionali e settori emergenti che gravitano intorno all’ecosistema della salute e dell’alimentazione smart.



Foto 1: Test strumentali effettuati sulle albicocche provenienti dalle prove 3S_4H.




Foto 2: Estratti ottenuti utilizzando la tecnologia SFE® (Supercritical Fluid Extraction) testati nelle prove su lattuga.




Foto 3: A sinistra le piante trattate con gli estratti vegetali sottoposte a stress idrico, a destra il testimone non trattato.