Domande frequenti

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Esistono tre definizioni che ormai possono essere considerate ufficiali. In ordine temporale la prima è quella scritta nel D.L. n.75 del 29 aprile 2010 - "Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti" che inserisce i biostimolanti tra i “prodotti ad azione specifica” cioè “prodotti che apportano ad un altro fertilizzante o al suolo o alla pianta, sostanze che favoriscono o regolano l’assorbimento degli elementi nutritivi o correggono determinate anomalie di tipo fisiologico”.

La seconda, sempre in ordine cronologico, proviene dal mondo della ricerca ed è stata pensata e scritta da P. du Jardin nel 2015 “Un biostimolante delle piante è una qualsiasi sostanza o microrganismo che viene applicato alle piante con l'obiettivo di migliorare l'efficienza nutrizionale, la tolleranza allo stress abiotico e / o i parametri di qualità delle colture, indipendentemente dal suo contenuto di nutrienti ” (du Jardin, 2015).

La terza la troviamo nel regolamento (UE) 2019/1009 del 5 giugno 2019 che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’UE, la definizione riportata è ““Biostimolante delle piante” qualunque prodotto che stimola i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal suo tenore di nutrienti, con l’unica finalità di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche della pianta o della rizosfera della pianta:

  • efficienza dell’uso dei nutrienti;
  • tolleranza allo stress abiotico;
  • caratteristiche qualitative;
  • disponibilità di nutrienti confinati nel suolo o nella rizosfera.”

 

Ad oggi, in Italia, possono essere chiamati biostimolanti solo i prodotti registrati ed elencati nella tabella 4.1 dell’allegato 6 del D.L. n.75 del 29 aprile 2010 - Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti - a cui dobbiamo fare riferimento.

Quindi solo i prodotti appartenenti alle seguenti denominazioni del tipo sono registrati come biostimolanti:

  • Idrolizzato proteico di erba medica
  • Epitelio animale idrolizzato (solido o fluido)
  • Estratto liquido di erba medica, alghe e melasso
  • Estratto solido di erba medica, alghe e melasso
  • Estratto acido di alghe della Famiglia “Fucales”
  • Inoculo di funghi micorrizici
  • Idrolizzato enzimatico di fabacee

 

Il metodo più semplice per verificare se un prodotto commerciale è registrato come biostimolante, secondo la norma italiana vigente (D.L. n.75 del 29 aprile 2010), o è semplicemente spacciato per tale, è  andare sul sito del Sistema Informatico Agricolo Nazionale (SIAN) nella sezione dedicata ai fertilizzanti al seguente indirizzo:

https://www.sian.it/vismiko/jsp/indexConsultazione.do

Nella parte REGISTRO FERTILIZZANTI selezionare se il prodotto è per uso convenzionale o per uso biologico e poi cliccare sulla “Ricerca per nome commerciale”.

 

Inserito il nome del prodotto, ad esempio ILSAC ON, che è uno dei biostimolanti registrati da ILSA, e dopo aver premuto il bottone “Dettaglio” si ottengono le informazioni richieste.

Se nella colonna "Denominazione tipo“ dopo la sigla All. il codice presenta la quattro cifre 6.4.1.X dove x è un numero da 1 a 8, il prodotto è un prodotto registrato al registro italiano dei fertilizzanti come biostimolante poiché appartiene alla denominazione del tipo inserita nell’allegato 6 “Prodotti ad azione specifica”, sezione 4 “Prodotti ad azione su pianta”, sottosezione 1 “Biostimolanti” .

Codice Nome commerciale Denominazione tipo Sel.
0019388/17 ILSAC ON All. 13 IT All. 6.4.1.7 - Idrolizzato enzimatico di fabacee

 

L’idrolizzato di Fabaceae è un concentrato 100% vegetale di piante appartenenti appunto alla famiglia delle Fabaceae, ottenuto da un processo innovativo di “idrolisi enzimatica”, a bassissimo impatto ambientale, che ILSA ha denominato (FCEH®) Un processo unico che ILSA utilizza per la produzione dei suoi biostimolanti

Il principale prodotto a base di idrolizzato di Fabaceae è ILSAC-ON.


Il processo di idrolisi consiste nell’utilizzo di un bioreattore dove vengono inserite: materia prima vegetale, acqua ed enzimi, senza naturalmente l’impiego di sostanze chimiche o conservanti.
Il segreto dell’idrolisi è proprio l’utilizzo di enzimi specifici e selettivi che agiscono su determinati siti della cellula vegetale, causando la rottura della parete cellulare e della proteina. Il risultato del processo di idrolisi enzimatica è un concentrato liquido di Fabaceae, ammesso in biologico, ricco di molecole organiche ad azione specifica sul metabolismo primario e secondario della pianta.

 

Il Triacontanolo è un alcool a catena lunga, appartenente alla famiglia degli alcoli alifatici, presenti in natura nelle cere delle foglie in particolare nelle piante appartenenti alla famiglia delle Fabaceae.

Numerosi sono gli effetti positivi documentati di questa molecola sulle piante poiché è in grado di incrementare la capacità di sviluppo delle piante stesse e di difesa dagli stress ambientali.
Infatti, se applicata sulle foglie, anche a bassissimi dosaggi, è in grado di:

  • Promuovere lo sviluppo di foglie, rami e radici;
  • Produrre frutti di classi di calibro commercialmente superiori;
  • Aumentare la capacità fotosintetizzante della pianta;
  • Aumentare l’allegagione e favorire lo sviluppo dei frutti;
  • Prolungare la conservabilità dei frutti.

 

Perché sono prodotti a base di Idrolizzato enzimatico di Fabaceae, biostimolante che stimola il processo di assimilazione dell’azoto e quindi la trasformazione del nitrato in amminoacidi.

A livello scientifico è stato visto che questo biostimolante aumenta l’attività degli enzimi Nitrato-Reduttasi, Nitrito-Reduttasi, GS e Gogat, la cui attività è indispensabile per trasformare il nitrato (assorbito dalla pianta) in amminoacidi utili per tutte le funzioni principali.

L’attività di questi enzimi è regolata dal numero di ore di luce. In inverno essi hanno un’attività ridotta e per questo i nitrati non riescono ad essere tutti trasformati accumulandosi così nelle cellule delle foglie.

Le applicazioni di IlsaC-on e IlsaStim+, al contrario, stimolano l’attività di questi enzimi per cui, anche in inverno, le piante trattate con questi biostimolanti riducono molto la presenza di nitrati nelle foglie.

 

Perché è un biostimolante con alto contenuto di amminoacidi liberi in forma levogira, per cui utilizzati in maniera immediata dalle piante. Contiene alti livelli di prolina, idrossiprolina, glicina, alanina e glutammina che attivano le risposte naturali della pianta e quindi favoriscono un rapido recupero da stress provocati da abbassamenti termici, stress idrici, danni da grandine o da fitotossicità provocata da errori nei trattamenti.

Gli amminoacidi liberi di IlsaTermiko aiutano la regolazione osmotica delle cellule per ridurre i danni da deficienze idriche, favoriscono l’aumento della concentrazione della soluzione cellulare abbassando il punto critico di congelamento e favoriscono una maggiore disponibilità di amminoacidi e peptidi incrementando la tolleranza agli “shock da calore”.

 

GELAMIN®, è la gelatina fluida per uso agricolo, ottenuta da materie prime ricche di collagene attraverso un processo di idrolisi enzimatica.
Le catene proteiche del collagene, attaccate da un pool di enzimi specifici (stereo selettivi), si spezzano secondo criteri prestabiliti e in maniera sempre replicabile. GELAMIN® è la materia prima ideale per la formulazione di concimi adatti per la fertirrigazione e per i trattamenti fogliari con composti nutritivi immediatamente disponibili. Si caratterizza per le elevate proprietà nutrizionali, biostimolanti, complessanti e veicolanti.

 

Il collagene è una glicoproteina fibrosa che si trova nel tessuto connettivo ed è caratterizzata da un’alta resistenza alle forze di stiramento. Sono stati identificati circa 42 tipi di collagene, ogni tipo ha una sua particolare localizzazione nell’organismo animale. Il più importante per uso agricolo è il collagene di tipo I, che si trova nell’epidermide delle vacche. Questo tipo di collagene risulta ricco in amminoacidi come ad esempio: Glicina, Prolina, Idrossiprolina, Ac. Glutammico, etc.

 

Perché consentono di apportare via fogliare, non solo azoto ed altri elementi nutritivi ma anche gli amminoacidi che la pianta può usare immediatamente. L’obiettivo delle piante, una volta assorbito l’azoto, è quello di trasformarlo in amminoacidi, che servono per tutti i processi fisiologici più importanti. Con Gelamin, vengono forniti direttamente gli amminoacidi già elaborati e in forma levogira (quella realmente utilizzata dalle piante), per cui la pianta attiva subito i suoi processi e risulta più preparata a resistere a situazioni di stress o a produrre di più.

Inoltre, la stabilità della matrice Gelamin, il pH sub-acido e la bassissima salinità, consentono di miscelare i concimi fogliari a base di questa matrice con qualsiasi altro prodotto, anche fitosanitario, aumentandone l’effetto. Infatti, molti amminoacidi e peptidi contenuti in Gelamin hanno una funzione di “trasportatori”, cioè aiutano l’entrata dei nutrienti o altri principi attivi miscelati. Gli stessi peptidi migliorano anche la bagnatura delle foglie, per cui l’efficacia del trattamento fogliare risulta massima.

 

Perché Gelamin viene ottenuta da un processo di idrolisi enzimatica in cui gli enzimi tagliano le catene del collagene in condizioni neutre di pH e temperatura. Ciò favorisce la formazione di una matrice organica stabile ed omogenea che non necessita di “correzioni” per mantenere la stabilità nel tempo.

Altri processi di idrolisi o estrazione, invece, usano direttamente composti chimici (e sali) per tagliare le proteine, ottenendo una matrice che va corretta con additivi o altri composti che ne aumentano la salinità.

 

Perché la forma levogira è quella maggiormente presente in natura.

In tutti gli esseri viventi (regno animale e vegetale) tutti gli amminoacidi che formano le proteine sono principalmente in forma levogira (L-AA). Una volta assorbiti, influenzano positivamente le attività fisiologiche delle piante che li utilizzano rapidamente per: la replicazione del DNA, la formazione di nuove proteine, il processo di fotosintesi e tutti gli altri processi che coinvolgono il metabolismo primario. Pertanto, fornendo alla pianta un pool di amminoacidi in forma levogira, si favoriranno tutte le sue attività fisiologiche e biochimiche; viceversa i destrogiri (D-AA) non sempre possono essere utilizzati tal quali e la trasformazione in destrogiri è indice di un processo non naturale.

 

 

 

Perchè nel processo vengono usati enzimi stereospecifici e condizioni neutre di pH e temperatura che non provocano il cambiamento dell’orientamento degli amminoacidi liberi. A differenza dell’idrolisi enzimatica, nel processo chimico vengono utilizzati acidi o basi (quindi pH molto bassi o molto alti) e temperature molto alte, che aumentano il “grado di racemizzazione”, cioè il rapporto tra amminoacidi destrogiri formati e gli amminoacidi totali. Con l’idrolisi chimica, circa il 50% degli amminoacidi liberi formati si trasforma da levogiro in destrogiro, mentre con l’idrolisi enzimatica questa percentuale è inferiore al 10%.

 

Assolutamente SI!

Sia i concimi a base di Gelamin® che i biostimolanti vegetali del programma Viridem® sono tranquillamente miscibili perchè hanno bassissima salinità, pH sub-acido e non contengono cloruri, Sodio o altri elementi di disturbo.

Questo perché sono ottenuti attraverso processi di idrolisi enzimatica (FCEH®) e/o estrazione con CO2 supercritica (SFE®), processi in cui non vengono utilizzati solventi chimici che possono causare incompatibilità con altri formulati presenti in commercio.

Un’importante raccomandazione, quando si utilizzano in miscela, è quella di rispettare le dosi di etichetta del fitofarmaco miscelato perché i prodotti fogliari di ILSA hanno una grande capacità complessante, dovuta agli Amminoacidi presenti in forma levogira (per cui effettivamente funzionanti), che aumentano l’efficacia di assorbimento del prodotto miscelato.

 

AGROGEL® è una gelatina solida, idrolizzata e stabilizzata, a base di azoto proteico ottenuta mediante l’innovativo processo di idrolisi termica di ILSA denominato FCH (fully controlled hydrolysis).
Questa gelatina è il risultato di una lavorazione che oggi solo ILSA è in grado di realizzare e l’inserimento nella nomenclatura legislativa del 2007 ne sancisce la diversità rispetto alle matrici più tradizionali. E’ la prima matrice organica di cui è specificato anche il metodo ufficiale di identificazione, a garanzia della qualità di origine. I processi tradizionali non sono in grado di predeterminare il tenore in azoto organico solubile e pertanto il prodotto viene titolato soltanto in azoto organico totale.
I concimi a base di AGROGEL® garantiscono la massima sicurezza di composizione, a differenza della maggior parte dei concimi organici in commercio, che non hanno solitamente né costanza di matrice né approfondimento scientifico. La gelatina idrolizzata per uso agricolo è totalmente esente da limitazioni d’impiego. Tutti gli elementi sono assorbiti dalle colture in modo continuo nel tempo senza sprechi o inquinamenti. Ha nell’azoto organico solubile l’indice della sua qualità tecnica e nel rapporto carbonio organico estraibile su carbonio organico totale l’indice della sua affinità biologica.

 

L'azoto organico di AGROGEL, la gelatina idrolizzata per uso agricolo, è reso disponibile, per l'assorbimento da parte delle piante, soltanto dopo il processo di mineralizzazione che avviene naturalmente nel suolo. Questo processo, in cui i microrganismi svolgono un ruolo fondamentale, porta alla conversione dell’azoto organico in azoto inorganico, prima nella forma di ione ammonio (NH4+) e poi in ione nitrato (NO3-), che rappresenta la forma maggiormente assorbita dalle piante.

La velocità di mineralizzazione e la conseguente disponibilità dell’azoto assimilabile sono direttamente correlate all’attività microbica del terreno e sono fortemente condizionate dalla temperatura, dal tenore idrico del suolo e dalle caratteristiche del prodotto. Grazie al controllo del processo di idrolisi delle proteine che costituiscono il prodotto, l’azoto contenuto nella gelatina ha caratteristiche tali da essere reso disponibile alle colture progressivamente, durante tutto il ciclo vegetativo, e per tale motivo è considerato azoto a lenta cessione naturale.
Questa cessione lenta e modulata consente di evitare sprechi e perdite per dilavamento e per volatilizzazione.

 

La forma organica dell’azoto, combinata con il carbonio, permette di avere un rilascio modulato degli elementi contenuti nella gelatina idrolizzata.

Per il prodotto in polvere, il processo di mineralizzazione dell’azoto, in condizioni normali di temperatura e umidità, consente di avere un rilascio graduale, fino al 100% in 80-90 giorni.

Tutte le formulazioni (pellet, scaglia e microgranulare) si disgregano rapidamente nel terreno; ad esempio, il prodotto in pellet è in grado di assorbire l’acqua fino al 150-200% del suo peso, permettendone il rigonfiamento e la rapida disgregazione nel suolo.

 

Diversi studi, realizzati da prestigiose università italiane, hanno dimostrato l'influenza positiva della gelatina idrolizzata per uso agricolo sulla microflora del suolo. L’azoto ed il carbonio organico che si trovano nelle complesse strutture del collagene, nella gelatina idrolizzata sono resi facilmente biodisponibili per i microrganismi del suolo che li utilizzano come “substrato” e fonte di energia.
Le analisi quantitative delle comunità batteriche evidenziano infatti uno sviluppo importante delle popolazioni microbiche ed un aumento della variabilità genetica dei microorganismi.
Inoltre la gelatina idrolizzata per uso agricolo è ricca di sostanza organica e ha un rapporto C/N inferiore a 3,5 che la rende ancor più “appetibile” per i microorganismi del suolo.

 

Grazie all’esclusivo processo produttivo FCH® l’azoto e il carbonio presenti negli amminoacidi che costituiscono il prodotto (minimo 80%) sono totalmente biodisponibili, sia per i microorganismi del suolo che per le piante. Questa biodisponibilità è descritta anche nell’etichetta del prodotto, unica nel suo genere, che indica l’azoto organico prontamente solubile e il rapporto tra il carbonio organico totale e il carbonio organico estraibile. I prodotti organo-minerali a base di gelatina idrolizzata per uso agricolo, in formulazione pellet, sono le soluzioni sul mercato che contengono la maggior quantità possibile di azoto e carbonio organici totalmente disponibili.

 

Sì, il prodotto è consentito in agricoltura biologica ai sensi della normativa vigente (Reg. CE No. 889/2008, Allegato 13 del Dlgs. 75/2010).

La gelatina idrolizzata per uso agricolo è stata inserita nella lista dei concimi che rispettano lo standard “Mezzi tecnici AIAB”.  AIAB è la principale associazione italiana che tratta l’argomento “agricoltura biologica”.

Quello che è stato ottenuto, è un attestato di qualità che dice all’agricoltore bio che i prodotti che usa, sono compatibili con l’ambiente e rispondenti a requisiti etici, ambientali e tecnici addizionali rispetto alla normativa vigente sui mezzi tecnici ammissibili in bio.
Infatti la normativa vigente (Reg. CE No. 889/2008 e DLgs. 75/2010) indica unicamente le materie prime che possono essere utilizzate per la produzione di concimi biologici, ma non specifica il tipo di processo produttivo ammissibile. Mentre AIAB, attraverso un ente terzo certificatore, verifica che sia applicato il suo standard che prende in esame gestione, produzione, l’organizzazione nel suo complesso, assieme ad implicazioni di tipo ambientale, sociale ed etico.

 

Il prodotto si utilizza a bassi dosaggi perché è molto efficiente ed efficace. Questa efficienza è dovuta al fatto che non ci sono perdite di Azoto né per gasificazione né per lisciviazione.

L’Azoto e il Carbonio biodisponibili sono utilizzati completamente dai microorganismi e dalle piante, con il risultato di dare meno per ottenere di più.

 

Sì, la gelatina idrolizzata per uso agricolo è un prodotto efficiente e sostenibile, che proviene da una produzione altrettanto efficiente e sostenibile. A dimostrazione di questo è stato esguito uno studio (iniziato nel 2014 e conclusosi nel 2015) dell’impronta ambientale di organizzazione, OEF - Organization Environmental Footprint, e dei prodotti PEF – Product Enviromental Footprint, lungo tutto il loro ciclo di vita fino al consumatore finale.

I risultati ottenuti, espressi utilizzando le sedici categorie di impatto previste dalla Raccomandazione 2013/179/CE7 sono incoraggianti, evidenziando per molte delle categorie previste (cambiamenti climatici, riduzione della fascia di ozono, tossicità, eutrofizzazione delle acque, ecotossicità equivalente, utilizzo dei suoli, etc.) impatti inferiori anche oltre il 50%, a parità di unità nutrizionali applicate al suolo, utilizzando come benchmark gli studi di altri prodotti di sintesi storicamente presenti sul mercato.

7 2013/179/UE: Raccomandazione della Commissione, del 9 aprile 2013 , relativa a relativa all'uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti.

 

No.

La gelatina idrolizzata per uso agricolo non contiene metalli pesanti o elementi chimici pericolosi, come l’Arsenico, il Cadmio, il Mercurio, il Piombo e il Cromo nella forma esavalente Cr(VI).
I fertilizzanti a base organica derivanti da pelli trattate contengono solamente Cromo (Cr) nella forma  trivalente (Cr(III)), essenziale per la vita dell'uomo.

 

No. 

A differenza di altri prodotti, la gelatina idrolizzata per uso agricolo non è rischiosa dal punto di vista sanitario perchè la materia prima con la quale è prodotta, in base al Reg. CE 1069/2009, è esente da rischi sanitari, in quanto già sanificata e dichiarata “punto finale della fabbricazione”.

Per questo motivo, Agrogel, la gelatina idrolizzata per uso agricolo di ILSA, è esente da contaminanti quali Salmonella, Echerichia Coli, Elminti, e simili. Inoltre, non essendo a base di deiezioni animali, tale materia prima non contiene ormoni, antibiotici o altri composti di sintesi utilizzati in campo zootecnico.

La materia prima usata per produrre Agrogel è certificata OGM free e non contiene terminazioni nervose, per cui è esente da rischi di BSE.

 

Si è possibile. Sia che si tratti di giovani piante orticole che di barbatelle, marze o, in generale, di un nuovo impianto arboreo. E’ molto importante però che il concime non vada a diretto contatto con le radici, perchè il pH sub-acido di molti concimi a base di AGROGEL® potrebbe danneggiarle quando sono ancora piccole. E’ raccomandabile quindi mescolare sempre il concime con il terreno all’interno della buca, applicando 5-10 grammi di concime per pianta orticola e fino a 25-30 grammi per pianta arborea. Il pH sub-acido del concime risulterà poi un grande vantaggio, perchè favorisce il riequilibrio del pH della rizosfera, che consente un migliore assorbimento di Fosforo, Ferro e microelementi.

In alternativa è sempre possibile applicare il concime sul suolo in post-trapianto in quanto AGROGEL® non è soggetto a lisciviazione o volatilizzazione per cui si scioglie facilmente con una minima umidità e viene incorporato nel terreno.

 

Durante la fase di inolizione, cioè la produzione e l'accumulo di olio all’interno dell’oliva, è possibile apportare specifiche sostanze utili per aumentare la sintesi degli acidi grassi e quindi, la resa in olio al frantoio. Durante questa fase, che generalmente avviene da agosto a settembre, e che coincide con la fase fenologica di “indurimento del nocciolo” (da 70 a 140 giorni da piena fioritura), è importante apportare Amminoacidi, Potassio, Zolfo e specifiche sostanze ad azione biostimolante.

ILSA consiglia di applicare in questo periodo ETIXAMIN BIO-K e ILSAC-ON, ogni due settimane, per via fogliare e/o in fertirrigazione, perchè contengono tutte le sostanze necessarie per aumentare la resa in olio.

Per avere un’alta qualità dell’olio d’oliva (vergine o extravergine), è inoltre raccomandabile raccogliere le olive all’inizio dell’invaiatura, cioè quando cominciano a cambiare colore, in quanto vi è un ottimale rapporto tra acidi grassi, steroli, tocoferoli e polifenoli. Se le olive vengono invece raccolte più tardi, durante la maturazione, la produzione di olio risulta più bassa e contemporaneamente diminuiscono queste sostanze antiossidanti, mentre aumenta l’acido linoleico e l’azione dell’enzima lipasi, con un disequilibrio tra gli acidi grassi insaturi e un aumento eccessivo dell’acidità libera. Altro utile accorgimento per ottenere un olio di alta qualità è quello di ridurre il più possibile il tempo tra la raccolta e la molitura e trasformazione, in modo da limitare il manifestarsi di difetti, quali sviluppo di muffe, rancidità, riscaldo.

 

Durante la primavera le piante arboree come la vite e i fruttiferi sono nel pieno della loro attività di crescita vegetativa e quindi hanno bisogno di molte energie. Questa attività porta la pianta a consumare un gran numero di elementi, come Azoto, Fosforo, Magnesio, Ferro, Zolfo e altri. Inoltre, in questo periodo dell’anno le radici delle piante hanno ancora un’attività ridotta e quindi le risorse che vengono utilizzate sono quelle che la pianta stocca nel corso dell’autunno, prima di entrare nella fase di riposo vegetativo. Nel caso in cui la pianta non abbia accumulato abbastanza riserve, essa è soggetta a carenza nutrizionale e a conseguenti viraggi del colore della vegetazione. A seconda della colorazione che assume la vegetazione si possono determinare delle carenze di uno o più elementi specifici e per questo diventa fondamentale comprendere il contenuto in elementi nel suolo, la loro disponibilità e il rapporto tra di essi, e quindi determinare di conseguenza le concimazioni autunnali e primaverili più adatte. Inoltre, intervenire con applicazioni preventive per via fogliare a base di elementi e biostimolanti diventa la pratica più pronta ed efficace per evitare clorosi e viraggi del colore.