Redazionali
Allungamento del rachide, perché è importante e come ottenerlo
Dopo anni di prove, ILSA propone la sua combinazione perfetta, efficace ed ecosostenibile
18/04/2025
Sommario:
Partito ormai lo sviluppo dei nuovi germogli, per la vite si avvicina una fase cruciale, che precede la fioritura e l’iniziale formazione degli acini. Parliamo dello sviluppo del rachide, struttura portante del grappolo su cui si svilupperanno gli acini.
Perché è importante ottenere un grappolo più lungo?
Favorire l’allungamento del rachide è un’esigenza per i produttori sia di uva da tavola che di uva da vino, in particolare per varietà a grappolo molto compatto (Pinot, Primitivo, Nero di Troia, per fare alcuni esempi). In generale, si parla di allungamento del “grappolo fiorale” o del “germoglio produttivo”, in quanto questo obiettivo viene perseguito anche da chi produce, ad esempio, pomodori e olive, dato che un’infiorescenza più lunga può portare più fiori e quindi più pomodori e, nel caso dell’olivo, un nuovo germoglio più lungo aumenta il potenziale produttivo in olive per l’annata successiva.
Per la vite, da tavola e da vino, avere un grappolo più lungo comporta una serie di vantaggi:
- Fioritura e allegagione più uniforme e regolare, con riduzione del fenomeno dell’acinellatura che, in particolare per l’uva da tavola, può comportare un notevole costo di produzione, in quanto il diradamento viene effettuato a mano;
- Sviluppo maggiore e uniforme degli acini che, quindi, possono raggiungere un buon calibro senza restrizioni di spazio e, inoltre, una conformazione ottimale che rispetta sia i requisiti richiesti per la vendita, sia quelli per la raccolta meccanica;
- Maggiore passaggio di aria all’interno del grappolo che, in prossimità della maturazione, risulta meno esposto a Botrytis, Marciume Acido e altre muffe;
- Colorazione e maturazione più uniformi, grazie alla più equilibrata ripartizione di nutrienti e metaboliti all’interno del grappolo e alla maggiore tolleranza a stress termici, idrici e fisiologici tipici della vite.
Come e quando intervenire per favorire l’allungamento del rachide?
Dalla fase di “grappolini visibili”, quando si distingue nettamente il grappolo fiorale in fase di formazione, è possibile favorirne lo sviluppo con prodotti ad azione biostimolante. ILSA ha testato e validato due biostimolanti totalmente di origine vegetale che consentono un netto allungamento del rachide rispetto alle piante non trattate. Si tratta di Macrils@ e IlsaFitocell, il primo a base di alghe del genere Macrocystis, il secondo a base di idrolizzato proteico di erba medica.
La presenza di triacontanolo, amminoacidi, betaine, poliammine e ormoni vegetali naturalmente presenti negli estratti di alga ed erba medica consente a Macrils@ e IlsaFitocell di avere un’azione complementare sulla moltiplicazione e distensione cellulare, con il conseguente sviluppo maggiore del rachide/grappolo fiorale. Tutto in maniera assolutamente naturale ed ecosostenibile, grazie alle materie prime e ai processi di estrazione usati da ILSA che, non essendo “aggressivi” e non usando solventi chimici, consentono di preservare la struttura e la funzionalità delle componenti ad azione biostimolante.
Natura ed ecosostenibilità che permettono l’impiego di questi due biostimolanti anche in agricoltura biologica e di ottenere risultati analoghi a quella convenzionale dove, tra l’altro, vengono prevalentemente usati. Lo sviluppo graduale (mai eccessivamente repentino) del rachide, inoltre, non incide negativamente sui normali processi fisiologici della pianta e neanche sulla fertilità delle gemme o sulla successiva lignificazione dei tralci, fattori critici per molti formulati a base di ormoni di sintesi. Con due sole applicazioni fogliari di Macrils@ e IlsaFitocell, entrambi a 2 kg/ha e in miscela tra loro, a partire da “grappolini visibili” e a distanza di dieci giorni, i risultati sono garantiti.
I risultati delle prove
Negli ultimi tre anni, di prove ILSA ne ha fatte per testare i due biostimolanti. Prove in gran parte effettuate con centri di saggio e istituti di ricerca, in modo da avere dati e risultati obiettivi da poter condividere con i produttori di uva. Nelle varie prove, Macrils@ e IlsaFitocell sono stati comparati non solo con testimoni non trattati ma anche con altre strategie di competitors presenti sul mercato, alcune delle quali a base di fitormoni di sintesi e, di conseguenza, con costi importanti. I risultati hanno sempre confermato l’efficienza della soluzione di ILSA, quindi il raggiungimento dell’obiettivo con costi contenuti, a garanzia del produttore e del suo portafoglio.
Nel 2021, in collaborazione con la Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige, i due formulati sono stati testati su vite da vino, var. Pinot grigio, in comparazione con un formulato a base di acido gibberellico (GA3) di sintesi, a dosaggi differenti (25 g/ha e 50 g/ha). La tesi ILSA si è distinta in maniera significativa dal testimone ed ha ottenuto risultati analoghi all’applicazione di acido gibberellico di sintesi, con valori assoluti di lunghezza del rachide anche leggermente superiori.
Grafico 1: Risultati della prova di San Michele all’Adige (TN) in collaborazione con la Fondazione E. Mach
Nel 2021 e nel 2022, i due biostimolanti sono stati testati anche dal centro di saggio LandLab, in due differenti località, sia su uva da tavola che da vino. Anche in questo caso, i risultati hanno dato nettamente ragione a Macrils@ e IlsaFitocell, che hanno favorito la formazione di un grappolo più allungato rispetto ad altri competitors a base di alghe e di ormoni sintetici.
Grafico 2: Risultati della prova di Breganze (VI) in collaborazione con la LandLab
I buoni risultati ottenuti su Pinot grigio, varietà a grappolo molto “serrato”, sono stati confermati da due anni di prove su uva da tavola var. Italia effettuate in Sicilia, dove i due biostimolanti di ILSA sono stati comparati sia ad estratti di alghe che a prodotti sintetici.
Grafici 3-4: Risultati della prova di due anni di Licodia E. (RG) in collaborazione con la LandLab
Questa prova ha previsto anche una valutazione qualitativa degli acini, con una percentuale maggiore di frutti di classe 1, quella commercialmente più valida, per la tesi ILSA. Emblematico il risultato del prodotto a base di gibberelline di sintesi che, dopo aver avuto un rapido ma temporaneo effetto sull’allungamento del grappolo, ha influito negativamente sulle fasi di allegagione e sviluppo degli acini dando, alla raccolta, la percentuale maggiore di frutti di classe 4.
Dulcis in fundo, nel 2024, Macrils@ e IlsaFitocell sono stati nuovamente applicati su vite da vino, ad Andria (BT) stavolta var. Nero di Troia, confermando ancora una volta l’effetto sull’allungamento del rachide.
Grafico 5: Risultati della prova di Andria (BT) presso l’azienda Marchio
Tutti i report e i dettagli delle prove effettuate sono disponibili sul sito www.ilsagroup.com.