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Carciofo Sardo. I test ILSA a Sassari hanno evidenziato capolini compatti e piante vigorose

Rilievi visivi mostrano le migliori performance delle piante di carciofo trattate con Ilsaforma e Ilsafol 20.20.20

22/11/2019

La coltivazione del carciofo in Sardegna è di antichissima tradizione e ancora oggi interessa il 40% della superficie orticola regionale* (Fonte: Agris). Se all’inizio del secolo scorso il carciofo veniva coltivato tradizionalmente seguendo il ciclo naturale della pianta, con risveglio alle prime piogge autunnali e produzione a febbraio-marzo, oggi si adotta la tecnica della forzatura: attraverso l’irrigazione, si risveglia la coltura nel periodo estivo, per ottenere produzioni anticipate nel periodo autunnale.
Per identificare una strategia contro gli stress per piante soggette a cicli colturali intensificati, ILSA sta eseguendo prove in campo a Sassari, utilizzando Ilsaforma ed Ilsafol 20.20.20.

Durante i trattamenti fogliari è stato impiegato Ilsaforma (dose 2,5 kg/ha) in associazione a Ilsafol 20.20.20 (dose 2,5 kg/ha) per 2 applicazioni distanziate ogni 7-10 giorni.

Dai primi rilievi visivi (immagini di seguito) le piante sono risultate vigorose, sane e con un apparato fogliare ben sviluppato, caratterizzato da un colore verde intenso, indice di una buona attività fotosintetica. Migliori anche compattezza e consistenza del capolino, aspetti qualitativi molto apprezzati dal mercato.


Le specialita’ nutrizionali Ilsaforma e Ilsafol 20.20.20


Ilsaforma è un promotore naturale dello sviluppo dei frutti ricco in amminoacidi, azoto organico, sali minerali, vitamine e polisaccaridi che risultano essenziali durante la fase di accrescimento per distensione dei frutti. A livello di sviluppo del frutticino gli amminoacidi naturali presenti in Ilsaforma determinano un rapido incremento delle dimensioni del frutto; mentre i sali minerali e le vitamine presenti in esso regolano i processi biochimici nella pianta e contrastano la formazione dei radicali liberi in seguito a stress ambientali e fisiologici.

Il formulato inoltre è arricchito con amminoacidi, acido alginico e mannitolo, ecc. che promuovono la traslocazione dei carboidrati direttamente ai frutti, minimizzando al contempo la competizione nutrizionale tra gli organi vegetativi e quelli fruttiferi. Da non trascurare la presenza di altri specifici amminoacidi contenuti nel preparato che esercitano una funzione fondamentale nella formazione dei tessuti vegetali e nella sintesi degli aromi e dei polifenoli essenziali per la qualità dei frutti e degli ortaggi.

La specialità nutrizionale è posizionata nella fase di accrescimento dei frutti e si suggerisce di effettuare 2-3 interventi a cadenza di 7-10 giorni per applicazione fogliare alla dose 2,5 (kg/ha).



Ilsafol 20.20.20 è un concime fogliare caratterizzato da un perfetto equilibrio in azoto, fosforo e potassio, elementi indispensabili durante lo sviluppo dei frutti e/o degli ortaggi, e dalla presenza di oligoelementi in forma chelata che ne completano l’efficacia nutrizionale e permettono il regolare svolgimento delle reazioni biochimiche della pianta. Ilsafol 20.20.20 è un formulato caratterizzato da componenti di elevata purezza, uniti ad innovativi coformulanti (agenti adesivanti e veicolanti) che ne favoriscono il rapido e totale assorbimento, nonché la rapida traslocazione nei diversi siti di utilizzo nella pianta.

Il formulato è posizionato nella fase di sviluppo vegetativo e di accrescimento dei frutti e si suggerisce di effettuare 2-3 interventi a cadenza di 7-10 giorni per applicazione fogliare.

Ilsafol 20.20.20 si presenta in una confezione da 2,5 (kg) idrosolubile e facile da utilizzare, in quanto è già predisposta nella propria dose suggerita per effettuare una singola applicazione per ettaro.




Figura 1: confronto sviluppo capolino alla raccolta, tesi Ilsa a sinistra e testimone a destra.








Figure 2: confronto sviluppo capolino pre-raccolta, tesi Ilsa a sinistra e testimone a destra.








*Aree storicamente vocate per la coltivazione del carciofo in Sardegna e superfici investite in ciascun areale (Fonte Agris).
Quella più diffusa è la varietà locale “Spinoso sardo” coltivata per il 60% della superficie totale cinaricola (Fonte: Laore 2011-2012), mentre il restante 40% della superficie è destinata alla varietà Tema 2000, Romanesco, Violetto e Madrigal.

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