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Splinter New: come un prodotto naturale e biologico può ridurre lo stress da diserbo chimico

Oltre il 5% di resa in più su soia, grazie al coformulante proteico da idrolisi enzimatica.

19/03/2021

La tolleranza a stress è un obiettivo che da anni si cerca di ottimizzare per aumentare le prestazioni delle piante coltivate. Nelle ultime annate li abbiamo subiti tutti: stress da alte temperature e da carenza idrica durante l’estate, stress da gelate e ritorni di freddo ad inizio primavera, stress da eccessiva piovosità. Uno degli stress che invece va sistematicamente affrontato ogni anno è quello da trattamenti fitosanitari, in particolare quello da diserbo, il più duro da sopportare per le colture. Una tipologia di stress che è anche oggetto di discussione in ambito europeo per essere inserita tra i criteri di valutazione dell’efficacia dei biostimolanti (in base al nuovo Regolamento UE 2019/1009). Una discussione in cui ILSA, è parte attiva essendo già socio fondatore di EBIC (Consorzio Europeo dei Produttori di Biostimolanti).
Da alcuni anni ILSA ha sviluppato un intero catalogo di biostimolanti in grado di aumentare le prestazioni delle colture, limitando l’influenza negativa degli stress di qualsiasi tipo.

In particolare SPLINTER NEW, il coformulante proteico da idrolisi enzimatica che, dato in miscela ai comuni diserbanti, favorisce una resa finale maggiore. Un prodotto ad azione specifica completamente naturale ottenuto a partire da collagene (quindi proteine naturali), attraverso un processo di idrolisi enzimatica, quindi senza l’impiego di sostanze chimiche di sintesi.

Nonostante l’altissima selettività dei prodotti diserbanti presenti in commercio, che consentono di disinfestare i campi di cereali, soia ed altre colture estensive da “erbe infestanti”, non dobbiamo dimenticarci che anche le colture che vogliamo difendere subiscono un forte stress, che può ridurre la qualità e il valore della produzione finale. E’ tipico vedere sintomi di ingiallimenti, carenze nutrizionali, sviluppo vegetativo stentato sulle colture d’interesse, in conseguenza ad un trattamento diserbante. La ricerca è intervenuta per limitare questo fattore di rischio. Attraverso il progetto “BioVenus”, finanziato dal MURST (Ministero dell’Università e della Ricerca Tecnologica), in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie Agrarie dell’Università degli Studi di Padova e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, è stato sviluppato un “prodotto ad azione specifica”, l’idrolizzato proteico ad elevato peso molecolare, inquadrato in legge come “coformulante”.

Promotore di questo progetto è stata ILSA che grazie al suo esclusivo processo di idrolisi enzimatica FCEH® ha creato un formulato naturale con un alto contenuto di peptidi a basso peso molecolare che riesce a svolgere innumerevoli azioni positive. Anzitutto ha un’azione complessante con altri composti miscelati, in quanto i peptidi formano dei legami con macro, meso e microelementi, ma anche con i vari principi attivi presenti in commercio, favorendone l’assorbimento fogliare da parte delle piante.
Poi ha un’azione bagnante e adesivante, per cui SPLINTER NEW aumenta la superficie bagnata delle foglie trattate, evita lo scivolamento della soluzione e ne impedisce l’evaporazione rendendo più efficace ogni applicazione fogliare. Il coformulante ha caratteristiche molto simili al “coadiuvante”, anche se viene regolato da una normativa differente, cioè quella dei fertilizzanti. Per questo viene applicato ormai da anni in miscela a diserbanti, fungicidi e insetticidi, per migliorarne l’effetto e per favorire la ripresa vegetativa delle piante in risposta allo stress post-trattamento. Una delle poche alternative rimaste, dopo la radicale riduzione del numero di coadiuvanti impiegabili in agricoltura avvenuta nel gennaio 2016.

Infine non va dimenticato l’alto contenuto di azoto totalmente organico (7%) e di amminoacidi (45%, in forma di oligo-peptidi), che consentono di avere anche un’azione nutritiva e anti-stress sulle piante, fondamentale per avere una pronta ripresa vegetativa proprio dopo un eventuale trattamento fitosanitario. Proprio per queste sue caratteristiche il prodotto viene usato sempre di più ed è oggetto di grande interesse da parte di centri di saggio e organismi di ricerca. Nel 2020, ad esempio, SPLINTER NEW è stato testato in una prova in collaborazione con Agricola 2000, importante centro di saggio del milanese che ogni anno organizza campi prove di biostimolanti su varie colture. In miscela con due differenti erbicidi, il coformulante è stato utilizzato in due trattamenti fogliari di post-emergenza su soia, var. Amma, a parità di altri interventi di difesa e concimazione.

FASE Tesi ILSA Testimone
Post-emergenza (15/06/2020) SPLINTER NEW: 2,5 l/ha Tifensulfuron-metile: 6 g/ha Imazamox: 40 g/ha Tifensulfuron-metile: 6 g/ha Imazamox: 40 g/ha
Post-emergenza (25/06/2020) SPLINTER NEW: 2,5 l/ha Propaquizafop-p-etile: 150 g/ha Propaquizafop-p-etile: 150 g/ha

Tab. 1: Protocollo prova. Volume d’acqua ad ettaro per trattamento: 400 litri

Già dopo il primo intervento fogliare l’applicazione di SPLINTER NEW ha favorito una migliore ripresa vegetativa delle piante, misurata in termini di altezza e di NDVI. Tendenza che è stata confermata e accentuata anche dopo il secondo trattamento che, alla raccolta, ha portato a una resa maggiore di oltre 4 quintali ad ettaro.

Tesi ILSA Testimone
Altezza Piante (cm)
24 giugno 12,78 11,33
30 giugno 18,17 17,11
8 luglio 29,11 27,51
NDVI
24 giugno 0,31 0,28
30 giugno 0,69 0,64
Resa (q/ha) alla raccolta (12/10/2020) 63,2 59,0

I risultati finali dimostrano un miglioramento sia dell’efficacia del trattamento che del recupero della coltura post-trattamento erbicida, evidenziando in questo senso il ruolo degli amminoacidi e dei peptidi. Le caratteristiche “naturali” del coformulante da idrolisi enzimatica, grazie alla materia prima e al processo produttivo che escludono qualsiasi presenza di composti chimici di sintesi, lo rendono anche impiegabile in agricoltura biologica e tranquillamente miscelabile con rame, zolfo e altri prodotti ammessi in bio, anche in virtù delle caratteristiche di pH sub-acido e bassissima salinità che non danno alcun problema di stabilità o incompatibilità.

Cos’è un “coformulante”?

Per la legge italiana (Allegato 6 del D.Lgs. 75/2010) è un “prodotto ad azione specifica sui fertilizzanti”, cioè, aggiunto in miscela ad altri fertilizzanti ne aumenta l’efficacia. Il coformulante deve avere specifiche caratteristiche di composizione, origine della materia prima e processo di produzione. Deve essere ottenuto attraverso un processo di idrolisi enzimatica di pelli animali preventivamente sanificate e deve avere un certo contenuto di azoto organico, carbonio organico ed idrossiprolina, l’amminoacido marker con il quale è possibile individuare univocamente l’origine della materia prima. Al momento, nella categoria dei “coformulanti”, ve n’è solo uno, il “coformulante da idrolisi enzimatica, che deve riportare questa specifica definizione in etichetta.




Con il recente aggiornamento del Registro dei Fertilizzanti del MIPAAF (DDG n .0038131 del 29 novembre 2019), il coformulante a base di idrolizzato proteico ad elevato peso molecolare è stato anche incluso nell’allegato 13 del D.Lgs. 75/2010 dei fertilizzanti ammessi in agricoltura biologica secondo la legge italiana.